è un sito scetti yea simoniko è + fiko: novembre 2007

martedì 20 novembre 2007

I primi super 50 post di simonicoster

Con commozione nicola e simone vi annunciano che hanno raggiunto il traguardo di 50 post nel loro blog.
Vediamo di ricostruire un po' la storia del nostro blog dal principio:
tutto incominciò nell'afosa estate del 2007 quando, due cugini padroni di due blog ben distinti si erano riuniti per discutere dello scarso successo che il loro blog suscitavano sugli utenti.
Fra una minkiata e l'altra a nicola gi venne un'idea: unire le menti di due assidui scrittori come loro per creare un nuovo blog più bello e all'avanguardia, contanto di petizione di Beppe Grillo!.
E' stato sempre più difficile scrivere post validi e non sempre si è riusciti nell'intento, ''floppando'' con dei barbini copia e incolla ma, a volte si poteva anche a dei discreti post.
E' interamente simonic11 la serie sputo di bue (tra poco in francese ed inglese) che ha appassionato i lettori con le avventure di un piccolo soldo di cacio chiamato sputo di bue.
Il blog mi ha dato un valido sostegno per i temi svolti in classe e gli argomenti a scelta delle interrogazioni di educazione civica.
Da questo blog mi aspetto ancora tanto, perchè tanto è il potenziale mio e di mio cugino Simone, percui, se ci metteremo d'impegno potremmo provare a competere con altri blog.
Ah, ancora una cosa... fateci i complimenti per il 50° post che ce li meritiamo

domenica 18 novembre 2007

10 giorni di vacanza!




Io Nicola, ho da fare 1 annuncio alla nazione:

non vado a scuola x 1 settimana!

motivo:deratizazione.

La mia scuola è affianco allo stagno e quindi vengono sempre i topi, tanto è vero che la settimana scorsa quelli della terza B hanno ucciso una merdona di 30cm, quest' ultima, dopo essere stata uccisa è stata pesata con la bilancia della scuola ( un po'come si fa con gli agnellini) e pesava mezzo kilo!.
ragion per cui si è dovuti ricorrere alla disinfestazione.


w le merdone

grazia grazie di esistere perchgè se i bidelli ti guardano chiamano quelli di gost busters

sabato 10 novembre 2007

Beppe Grillo in Sardegna

Grillo e gli agricoltori nella trappola delle banche
"Ma che Paese è questo se vi deve difendere un comico?"
Trattori a Cagliari, davanti al Palazzo di Giustizia; Beppe Grillo a Decimoputzu, che arringa e si schiera al fianco degli indebitati. La giornata della protesta dei campi ieri ha rilanciato il fronte degli agricoltori, decisi a difendere le loro aziende. Beppe Grillo ha attaccato a Decimoputzu le banche, ha promesso che difenderà a Strasburgo gli interessi degli agricoltori: «Ma che Paese è questo se alle crisi ci deve pensare un comico?».
«Vi difenderò io dalle banche», parola del Grillo parlante. Così lo ha chiamato lo scultore di Villasor Gigi Porceddu in una poesia-augurio scolpita sulla pietra. E come pietre sono piovute le accuse del Beppe nazionale sul sistema bancario «la vera criminalità organizzata che strangola gli agricoltori. Non a caso, fra i nomi dei banchieri di maggior spicco ci sono noti pregiudicati». Era atteso con ansia l'arrivo dell'uomo del vaffa day, quello che, alla prima uscita, ha radunato 300 mila persone in piazza Maggiore a Bologna.

OCCUPAZIONE. Dopo 39 giorni di occupazione in Municipio, gli agricoltori di Decimoputzu avevano bisogno di ossigeno. Di qualcuno che li facesse sentire meno soli nella lotta che conducono per non affogare in un mare di debiti. Lui non si è tirato indietro, riscaldando una giornata nata sotto pessimi auspici. Con un maestrale teso e gelido che ha scoraggiato le migliaia di persone attese nel campo sportivo. Ne sono arrivate circa seicento, ma i contadini ora si sentono più sostenuti in questa singolare guerra di sopravvivenza che vede fianco a fianco il sindaco di Forza Italia Gianfranco Sabiucciu e Altragricoltura, associazione vicina a Rifondazione comunista. Era atteso nella sala consiliare per una riunione speciale, Beppe Grillo, ma appena arrivato, solita mise blu, occhiali da sole, aria scanzonata, ha iniziato a sparare alzo zero sul Banco di Sardegna e la sua casa madre, Banca popolare dell' Emilia Romagna. E ha lanciato un ultimatum: «Staremo vigili sino al venti novembre, data in cui si terrà il vertice decisivo fra istituto di credito, Stato e Regione che deciderà sulla vita delle vostre aziende. Se entro quella data il problema non sarà risolto, chiederò ai correntisti del Banco di Sardegna di spostare i loro conti in un'altra banca, molto importante, che gli concederà lo 0,50 per cento di interesse in più».
E per far capire che non scherzava, ha aggiunto: «Con questa banca, della quale ancora non posso dire il nome, ho già raggiunto un accordo». Quanto all'istituto che gestisce le pratiche degli agricoltori sardi, «bisogna colpirlo sui soldi, tanto è l'unico linguaggio che capisce».

I RESPONSABILI. Ma il comico non considera il credito il solo responsabile della tragedia che sconvolge le campagne isolane e denuncia «l'intreccio sciagurato fra banche, informazione e politica». Con qualche distinguo. Perché a chi vorrebbe chiamare in causa il presidente della Regione Renato Soru risponde: «Credo che si sia comportato abbastanza bene, non l'ha fatta mica lui questa legge truffaldina». Si riferiva alla legge regionale 44 del 1988. «Tutti in questa storia dicono di aver agito secondo le regole, ma gli unici a rimetterci sono gli agricoltori, che si sono fidati». Certo, c'è il pericolo che, accusando le banche, poi si assolva la politica, ma Grillo para subito il colpo: «Io ho fatto una legge popolare per mandare a casa tutti questi politici». E giù botte al sistema di informazione: «Quando ho organizzato il V-day quelli che si sono incazzati di più sono stati i giornalisti: chi crea l'opinione pubblica, i grandi giornali, i grandi network televisivi sono maleodoranti; basta vedere chi c'è nei consigli di amministrazione. Sempre le solite trenta-quaranta persone che trovi da tutte le parti. Banche comprese: Montezemolo, Della Valle, Cremonini, i palazzinari come Caltagirone. Persone che magari siedono anche nei consigli della banca che si occupa di questo affare».

IN EUROPA. Spazia, dilaga, il comico genovese, com'è solito fare quando si lancia nelle sue filippiche a 360 gradi. Ma gli agricoltori che lo hanno accolto con un'ovazione a Decimoputzu lo riportano alla drammatica realtà del paese. È ottimista, Grillo, e non lo nasconde: «Questa cosa è troppo grossa perché possa finire male. Io sono venuto qui per tenere alta la tensione e continuerò a seguire la vostra vicenda finché non si sarà risolta. Sono fiducioso, anche se non mi considero un esperto di agricoltura». Poi si ammutolisce un attimo e all'improvviso sghignazza: «Voglio rivelarvi una cosa: il 13 novembre sono stato invitato dal Parlamento europeo di Strasburgo per riferire sul destino dei contributi in agricoltura. Mi chiedo che razza di Europa è mai questa che si affida a un comico per discutere problemi del genere». E che razza di agricoltura abbiamo «quando si fa piangere un agricoltore di sessant'anni e lo si costringe a fare lo sciopero della fame perché ha paura che gli portino via l'azienda, lo si induce quasi a chiedere l'elemosina per sopravvivere». Si emoziona il cinico Grillo quando sente raccontare nell'aula del Centro socio culturale che ha sostituito il campo sportivo le storie strazianti di chi ha perso tutto nel tentativo di creare un'azienda. Soprattutto emigrati rientrati dalla Germania e da Milano col miraggio di creare qualcosa che oggi rischia di sparire».

DIFENDERSI. Dietro queste vicende non vede solo tragedie umane ma un'agricoltura che cambia radicalmente senza che i protagonisti si possano difendere. Vittime di un sistema del credito iniquo e mancanza di informazione. «Nell'agricoltura europea sembra non esserci più posto per le piccole aziende. Nel frattempo, arrivano gli Ogm, ma l'alimentazione deve rientrare nei limiti del buon senso. Ho l'impressione che quanto sta avvenendo oggi in Sardegna rappresenti un'anticipazione di ciò che accadrà nel prossimo futuro nel resto dell'Italia e dell'Europa». Tutto in un sistema di legalità perversa, secondo Grillo, «che consente a certa gente di delinquere a norma di legge». Chiaro il riferimento alla vicenda degli agricoltori di Decimoputzu che rischiano vedere le loro aziende vendute all'asta, dopo aver preso contributi che solo a cose fatte l'Unione europea ha considerato illeciti. «Regione, banche ed Europa sono convinte di aver agito nella legalità, ma le vittime sono solo gli agricoltori sardi». Ironica, amara, la conclusione: «I sardi sono rispettati in tutto il mondo. Quando, leggermente, stuprano all'estero, gli danno pure le attenuanti perché sono sardi», ha detto riferendosi alla sentenza di un giudice tedesco che aveva ridotto la pena per motivi etnico culturali a un emigrato accusato di aver violentato e torturato la compagna. «Noi siamo venuti a chiedere le attenuanti anche per i debiti degli agricoltori». Ma stavolta non ci sarà un giudice comprensivo a Strasburgo.

martedì 6 novembre 2007

Merda siamo in retrocessione

Marco Fortin analizza così il brutto scivolone interno con la Samp: "E' una partita difficile da spiegare. Nella prima mezz'ora ci eravamo espressi bene, sulla falsariga delle gare precedenti. Poi è accaduto tutto in un quarto d'ora: un tiro che è passato in mezzo ad una selva di gambe, l'occasione di Caracciolo, dove gli è rimasto il pallone sul piede dopo una mia parata, e infine il terzo gol su calcio piazzato. Nel secondo tempo, complice il caldo, non siamo riusciti a reagire. Chiedo scusa ai tifosi perchè non abbiamo offerto un bello spettacolo: troppi black-out, anche se il risultato è ci punisce oltre i nostri demeriti".

Pasquale Foggia cerca di dimenticare subito la partita: "E' andata come è andata. Dobbiamo rimetterci sotto, fin da martedì. Il campionato è lungo, guai ad abbattersi ora: abbiamo tutto il tempo per rimediare".

sabato 3 novembre 2007

venerdì 2 novembre 2007

ora scriverò in hindi

सिओं इओ सोनो सिमोन ए सोनो उन गरण फिगो

कि लेग्गे è स्समो !!!!!

allora... ci capite qualcosa?

UGLY BETTY

L'eroina messicana della strie TV "Ugly Betty" che ha conquistato l'Italia ha cambiato look, infatti è diventata da così


a così



cheddire un bel cambiamento...

Billy Idol

Ki conosce billy idol?




l ragazzaccio glam dall’anima punk che si diverte con l’hard rock.
Naturalmente Billy Idol è un nome d’arte. Quello vero è William Michael Albert Broad, nato il 30 novembre 1955 a Middlesex, Inghilterra. La famiglia Broad si trasferisce per un po’ a New York, ma torna nel Regno Unito, dove Billy si iscrive alla Sussex University, ma l’esperienza dura poco: il giovane Broad è preso dalla musica, le ragazze e il divertimento ribelle di quegli anni e dopo nemmeno un anno di college molla tutto per entrare nel giro della musica, formando un gruppo di teenager punk, i Bromley Contingent, che ruota attorno ai Sex Pistols; della colorata gang fa parte anche Siouxie Sioux, non ancora leader di Siouxie & The Banshees. Sono gli anni di fuoco del punk inglese, quelli in cui la protesta passava attraverso il look e la musica e le istanze anarchiche si schiantavano contro lo showbiz e il rock classico, giudicato trombonesco, borghese e insulso.

Sull’onda del successo dei Pistols e della filosofia secondo cui tutti possono fare le star, William si convince che quella può essere la sua strada. Comincia a suonare la chitarra nei Chelsea (band che nella lineup annovera Mick Jones, futuro chitarrista dei Clash, e Brina James, non ancora chitarrista dei Damned) e poco passa al microfono, cambiando il proprio nome in Billy Idol e rivelando il suo gusto per la provocazione mediatica. Nel 1976 forma i Generation X (dal titolo di un libro degli anni Sessanta), reclutando il bassista Tony James, il batterista John Towe e il chitarrista Bob Andrews. Il gruppo firma per la Chrysalis, cambia in corsa Towe con Mark Laff e si chiude in studio per mettere su vinile la sua interpretazione del punk: il risultato è il 33 giri “Generation X” (1978), seguito da “Valley Of The Dolls” (1979) e “Kiss Me Deadly” (1979). Idol, cresta platinata, orecchini ovunque e ghigno sardonico, diventa uno degli idoli della Londra punkettara, ma i lavori del quartetto sono abbastanza apprezzati dal pubblico, ma non sono certo all’altezza della furia iconoclasta dei Sex Pistols o della profondità musicale dei Clash e di lì a poco, anche per divergenze interne, i Generation X si sciolgono.

Idol, che fino a quel momento non aveva pensato alla possibilità di una carriera solista, rimane piuttosto deluso dallo split e si trasferisce a New York, dove si convince a tentare la strada in proprio. Si aggancia a Bill Aucoin, il manager dei Kiss, e nel 1981 sforna l’EP “Don’t Stop” (che comprende la cover di “Mony Mony”, hit anni ‘60 di Tommy James e un paio di remix dei Gen X) e il buon riscontro in terra americana riconvince la Chrysalis a metterlo sotto contratto, iniziando una nuova, eccitante vita da star. L’anno dopo, con la complicità del chitarrista Steve Steven, dà alle stampe il suo debutto solista con “Billy Idol” e sfonda, complici due video molto captive (”White Wedding” e “Dancing With Myself”, quest’ultima della sua vecchia band) che ipnotizzano gli spettatori di Mtv e lanciano il provocante inglese nell’olimpo dei selvaggi del rock: il suo labbro ammiccante assurge a icona mondiale e la sua animalità sul palco ne fa un eroe glam degli anni Ottanta. L’album, intriso di pop, hard rock e dance e reminiscenze punk, conquista il disco d’oro. Sull’onda del successo Idol licenzia “Rebel Yell” nel 1984, LP di hard pop ricco di synth che supera le vendite del primo (doppio platino) impazzando in radio e Tv con i singoli “Eyes Without A Face” (una ballata, inaspettatamente) e “Flesh For Fantasy”.

La fama di Billy è al culmine e i concerti nelle arene americane e europee registrano spesso il tutto esaurito. Ma la fama comporta anche altre distrazioni, spingendo Idol verso droga ed eccessi da rotocalco e ritardando la pubblicazione del terzo album, “Whiplash Smile”, che esce solo nel 1987. Il lavoro viene accolto comunque bene (specie i singoli “To Be A Lover” e “Sweet Sixteen”), ma delude un po’ le aspettative generate dai suoi precedenti album. Qui finisce il sodalizio con Steven, ma la fortuna commerciale di Idol non fa una piega: “Mony Mony” è uno dei video più trasmessi da Mtv e il disco raggiunge il platino. Nel 1989 compare nella riedizione live di “Tommy”, l’opera degli Who; nel frattempo lavora al suo quarto full lenght, che esce l’anno dopo con il titolo “Charmed Life”. Sempre nel 1990 Billy Idol viene coinvolto in un tremendo incidente in moto, che quasi gli costa una gamba e lo costringe a camminare con un bastone; l’album è il quarto a raggiungere consecutivamente il disco di platino.

Sempre attento a adattarsi alle nuove tendenze musicali senza perdere la sua attitudine punk, Idol rimane in sella alla tigre dello showbiz, protagonista anche dei gossip. Nel ‘91 tenta la via del cinema con un ruolo in “The Doors” di Oliver Stone, mentre nel 1993 pubblica “Cyberpunk”, con un radicale cambio di look (via la cresta platino, ecco i dreadlocks) e di beat (le sonorità si fanno molto più techno). Non funziona: il Cd staziona lontanissimo dalle zone alte delle chart. È il periodo più oscuro dell’ex ragazzino di Middlesex: la dipendenza dalla droga lo trascina lontano dalla musica e gli fa perdere il controllo fino a una pesante overdose, da cui si salva per miracolo nel 1994, ricoverato in un ospedale di L.A. I suoi due figli ancora piccoli sono uno dei motivi per cui Billy supera il nichilismo e si rimette in carreggiata, convinto che non gli avrebbero mai perdonato una morte per droga. Nulla si sa di lui fino al ‘98, quando ricompare in un cameo in “Prima O Poi Lo Sposo” (con Adam Sandler e Drew Barrymore). È l’occasione per tornare sotto i riflettori e rimettersi a lavorare sulla musica: in breve si riforma la coppia con Steve Steven e vengono pubblicate alcune raccolte, tra cui “Greatest Hits” nel 2001, che vende 500.000 copie solo negli Stati Uniti.
Nel 2005, a 50 anni suonati, dopo 30 di eccessi e a 12 dall’ultimo album ufficiale, il vecchio leone torna sugli scaffali dei musicstore con un nuovo lavoro e un titolo dei suoi, “Devil’s Playground”
By MTV

giovedì 1 novembre 2007